martedì 24 gennaio 2017

IL GIORNO DELLA MEMORIA














“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.” - Primo Levi



Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale che viene celebrata il 27 gennaio di ogni anno in memoria delle vittime della persecuzione degli ebrei durante il periodo nazista..
Il 27 gennaio 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa arrivarono presso la città polacca di Auschwitz e lì scoprirono un campo di concentramento, aprirono i suoi cancelli, prestarono i primi aiuti ai pochi sopravvissuti e ridiedero loro la libertà.
Per la prima volta la scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono al mondo l’orrore del genocidio nazista.
Shoah è un vocabolo ebraico che significa “desolazione, catastrofe, disastro, distruzione”. Con esso si indica il genocidio della popolazione ebraica d’Europa, perpetrato durante la seconda guerra mondiale.  Ma la storia della Shoah è soprattutto una storia umana, non è solo il racconto dello sterminio di massa; essa implica lo sforzo di comprendere le modalità con le quali l’uomo ha affrontato le situazioni e i difficili dilemmi morali di quei terribili anni."Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre." Primo Levi
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:


Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.


Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.


O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

 (Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)


Primo Levi, scrittore e testimone delle deportazioni naziste. Di origini ebraiche nel 1944 si ritrova internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato ad Auschwitz.
Questa orribile esperienza è raccontata con dovizia di particolari, ma anche con un grandissimo senso di umanità e di dignità nel romanzo-testimonianza, "Se questo è un uomo", pubblicato nel 1947.
In un'intervista concessa poco dopo la pubblicazione Primo Levi afferma di essere disposto a perdonare i suoi aguzzini e di non provare rancore nei confronti dei nazisti. Ciò che gli importa, dice, è solo rendere una testimonianza diretta, allo scopo di fornire un contributo personale affinchè si eviti il ripetersi di tali e tanti orrori.
Viene liberato il 27 gennaio 1945 in occasione dell'arrivo dei Russi al campo di Buna-Monowitz.
La dignità umana non può essere annientata neppure nei momenti più tragici della storia
"È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell' intima bontà dell'uomo" Anna Frank


L’OLOCAUSTO RACCONTATO AI BAMBINI
IL DIARIO DI ANNA FRANK

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